Sarà pubblicato il 1 giugno 2021 per la rinnovata etichetta indipendente Psicolabel di Giorgio Canali “DE CHI SITU TI?”, il sesto album di inediti dei Radiofiera. La storica rock band è attiva nella scena musicale italiana fin dai primi anni ’90, quando salì alla ribalta nazionale grazie all’album di esordio “Piòva” (Divinazione/Terzo Millennio).
DE CHI SITU TI? è prodotto dal frontman Ricky Bizzarro proprio insieme a Giorgio Canali (membro storico di CCCP, CSI, PGR e Rossofuoco), che aveva già collaborato con i Radiofiera nel precedente lavoro Atimpuri, nel 2011. Il disco, registrato nel 2020 presso l’Art Music Studio di Bassano del Grappa, con Diego Piotto al mixer, è stato realizzato con il fondamentale contributo dei fan, che lo hanno finanziato attraverso una fortunata campagna di crowdfunding, consentendo alla band di raccogliere oltre 7.500 € in meno di un mese (pari al 150% della cifra inizialmente richiesta).
«Ripartire adesso, in piena pandemia e a 10 anni di distanza dal nostro ultimo lavoro, è stato sicuramente un azzardo – confessa Ricky Bizzarro – Ma l’esigenza di raccontare questo mondo incontrollabile che ci cambia intorno, minando nel profondo le nostre certezze, comportava un’urgenza espressiva. E non potevamo non esprimerci con il nostro linguaggio, fatto da oltre tre decadi di rock e dialetto. I fan ci hanno seguito e sostenuto in questo progetto, e gliene siamo enormemente grati: paradossalmente, abbiamo puntato proprio sulla voglia di vedersi, riascoltarsi, condividere esperienze: in tanti hanno acquistato, infatti, la possibilità di partecipare a un concerto-dialogo per pochi intimi, non appena sarà consentito tornare a esibirsi dal vivo».
Il nuovo progetto discografico dei Radiofiera contiene 11 brani inediti, tutti rigorosamente in dialetto veneto, ormai una vera e propria cifra stilistica della band trevigiana: «Penso di aver raggiunto il mio apice nella scrittura in dialetto – prosegue Bizzarro – direi che DE CHI SITU TI? può essere considerato il disco della maturità dei Radiofiera. I testi parlano essenzialmente di identità, ma slegandola finalmente dal concetto trito e sterile di territorio: cantiamo un confine liquido, in evoluzione, e che pure ci chiama a conoscerci e riconoscerci l’un l’altro. “De chi situ ti?” (traduzione: “di chi sei, da dove vieni, a chi appartieni?”) è la domanda-passaporto in ogni parte del mondo, in ogni lingua, e dalla cui risposta ci si aspetta un qualche segno di riconoscimento: un nome, una città, un quartiere, tanto può bastare. Mentre tutto muta, rimaniamo sempre alla ricerca di una radice comune, un centro gravitazionale, da cui rifondarci come società. E non è detto che questa radice non possa essere ritrovata anche in chi viene da molto lontano».
Proprio di migranti, infatti, parla “Frip – Fiòl de Abramo”, il primo singolo del disco, rilasciato in anteprima per i fan lo scorso febbraio. Un inno inquieto all’empatia umana, che arriva da una terra e in una lingua considerate solitamente ostili nei confronti del diverso, spesso per pregiudizio. Il videoclip è realizzato da Mauro Lovisetto, già videomaker storico per il Teatro degli Orrori e One Dimensional Man, attualmente direttore artistico di CanovaRec, ultimo progetto del produttore musicale Michele Canova.
Non è l’unica firma di prestigio del progetto artistico “DE CHI SITU TI?”: detto di Giorgio Canali, gli archi sono arrangiati da Lorenzo Tomio, autore di musiche per diversi film italiani, dal pluripremiato Piuma di Roan Johnson all’atteso Dampyr di Riccardo Chemello; la cover dell’album è firmata da Matteo De Mayda, “Best young photographer of the year 2020” per Artribune, e ritrae le cinque madri dei componenti della band con in mano gli strumenti dei figli, a fare da contrappunto proprio alla ricerca di radici espressa dal titolo del disco.